Nilde Iotti a Potenza, di Anna Maria Riviello

La sua persona all’epoca appariva un po’ distaccata e molto compresa nel ruolo. Nascondeva in realtà un temperamento vivacissimo, forti convinzioni e uno sguardo davvero rivoluzionario, risalente agli anni della sua prima esperienza politica, coraggiosa staffetta partigiana.. 


Nilde Jotti giunse a Potenza poco dopo il terribile terremoto dell’ottanta. Era allora presidente della Camera dei deputati, circondata da un grandissimo prestigio per l’equilibrio e la capacità con cui svolgeva un così alto incarico. Venne in Consiglio regionale, visitò le case di Bucaletto, il quartiere creato per i senza tetto del terremoto e auspicò che avessero un uso limitato all’emergenza. Come è noto sono ancora lì.

La sua persona all’epoca appariva un po’ distaccata e molto compresa nel ruolo. Nascondeva in realtà un temperamento vivacissimo, forti convinzioni e uno sguardo davvero rivoluzionario, risalente agli anni della sua prima esperienza politica, coraggiosa staffetta partigiana.. Il garbo con cui ha sempre portato avanti le sue battaglie era legato alla disciplina che si era data, perché per raggiungere dei risultati a volte indigesti anche ai suoi compagni, divorzio, parità uomo-donna, accesso delle donne a ogni tipo di lavoro, c’era bisogno di equilibrio e pazienza.

Ma c’era in lei una passione politica rattenuta che emergeva nelle grandi occasioni. Il discorso che pronunciò quando venne eletta presidente della Camera dovrebbe essere conosciuto da tutte le donne di questo Paese:” –“….Io stessa, vivo in modo quasi emblematico questo momento avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti tenaci, si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. …Essere stata una di loro costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita.

Quando entrò a far parte della Costituente e nel comitato dei 75 che doveva preparare il testo da sottoporre all’Assemblea , non esitò a proporre ad una commissione di 70 uomini e 5 donne, temi importanti sulla tutela delle lavoratrici madri, dei bambini anche nati fuori del matrimonio e della importanza e valorizzazione della famiglia e all’interno di questa del ruolo delle donne.

Erano col voto divenute cittadine ma ora doveva essere loro riconosciuta la piena dignità e lo si doveva fare tramite leggi che ne cambiassero lo status. Se pensiamo che la legge sul nuovo diritto di famiglia ci sarà trenta anni dopo queste parole ,comprendiamo il coraggio di parlarne allora.. Tanto ancora si potrebbe aggiungere ,sulla sua personalità, sulla vita non facile e sulla sua lunga carriera. Sempre vigile e attenta ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ma soprattutto capace di uno sguardo lungimirante sulla società e ispirata da un’idea alta della politica, come esercizio del pensiero e etica della responsabilità.

Anna Maria Riviello

04 aprile 2020