Nilde Iotti, una donna senza tempo, di Grazia Labate

Ho ancora il suo splendido foulard, lo conservo tra le mie cose più care, nella carta velina, ed ogni tanto quando Ester mia figlia, viene a frugare nella mia cassapanca, lo prende e mi dice mamma “ma quanto tempo è che non lo metti” ed io la guardo e le dico “non sciuparlo, quello me lo ha regalato Nilde Iotti, la prima donna Presidente della Camera dei Deputati.


Domani avrebbe compiuto 100 anni, ma Nilde per me è sempre stata una donna senza tempo.
Ho sempre visto di lei il suo carattere forte, la sua tempra di combattente, una bellezza dal fascino misterioso, il suo eloquio piano che scandiva con chiarezza le parole, la sua eleganza a tratti regale e a tratti squisitamente femminile, soprattutto in primavera ed estate quando sceglieva le sue belle mises floreali in seta.

Anche io appartengo a quella generazione, che l’ha incontrata politicamente nella battaglia per il divorzio e poi via via nel tempo , nella riforma del diritto di famiglia, sulla legge 194, insomma in tutte le battaglie per i diritti delle donne, perché lei c’era sempre.

Quando è stata eletta Presidente della camera un orgoglio indicibile mi e ci pervase noi della sezione femminile di Adriana Seroni.
Era come se quella sua elezione ci ripagasse di tanti anni di battaglie nel paese, ma anche nel vecchio PCI che spesso mostrava tratti di maschilismo e di gelosa oligarchia nella gestione del potere.

Ho tanti ricordi di lei, non solo politici, ma anche personali, che mi hanno aiutata a comprendere la sua complessa personalità, non solo sul piano politico più generale, dalle riforme costituzionali che lei vedeva profonde e necessarie da compiersi, all’europeismo convinto, come necessità storico culturale delle forze progressiste, ma anche su quello delle battaglie di emancipazione e liberazione delle donne, nelle quali la sua libertà mentale, la profonda autostima di se, la coerenza di una vita, le conferivano una forza ed una autorevolezza senza pari.

Ricordo nell’autunno del ‘ 79 che mentre ero a Bologna per una assemblea regionale delle elette in preparazione della Conferenza nazionale delle elette comuniste sul tema: “ Le donne, le istituzioni, la qualità della vita, una prospettiva per gli anni ’80, di cui fui relatrice a Roma nel dicembre successivo, conclusioni Seroni, Cossutta, eravamo quasi sul finire della riunione, circa le 17, vedemmo arrivare Nilde. Rimanemmo sorprese e lusingate io ed Isa Ferraguti pregandola di sedersi alla presidenza. Lei tra l’ironico ed il serioso ci guardò e disse:” anch’io sono una eletta in Emilia Romagna e trovandomi qui su invito del Consiglio Regionale e del Presidente Guerzoni sul tema delle Autonomie regionali ed avendo finito prima di voi, sono venuta per farvi un saluto”.

Dovendo anch’io rientrare a Roma Nilde mi invitò a rientrare con lei in macchina. Era con noi Giorgio Frasca Polara il suo fedele ghost writer, che le disse, “ora basta rilassati la giornata è finita”, lei lo guardò con l’aria sorniona e disse “non torno a Roma se prima non passo dallo spaccio di Pancaldi, perché voglio comprare degli scampoli di seta per fare alcune camicette”. Io la guardai divertita perché, mi apparve in tutta la sua femminilità la mia Presidente della Camera.

Andammo allo spaccio di Pancaldi, che mi confessò le aveva fatto conoscere Adriana Lodi una carissima e bravissima deputata di Bologna.
Rovistò, selezionò e infine scelse degli scampoli di seta, poi mi guardo e mi disse a te voglio regalare questo foulard perché ha delle tonalità di verde e turchese come i tuoi occhi.
Imbarazzata e confusa cercai di rifiutare, ma non ci fu niente da fare lo prese andò in cassa pagò e rientrammo a Roma felici e contente.

Ho ancora il suo splendido foulard, lo conservo tra le mie cose più care, nella carta velina, ed ogni tanto quando Ester mia figlia, viene a frugare nella mia cassapanca, lo prende e mi dice mamma “ma quanto tempo è che non lo metti” ed io la guardo e le dico “non sciuparlo, quello me lo ha regalato Nilde Iotti, la prima donna Presidente della Camera dei Deputati.
Coronavirus permettendo, il suo ricordo per me rimarrà indelebile.

Grazia Labate
 

06 aprile 2020